Terme di Sarnano, dal 1933.
Una storia di popolo, scritta con l’acqua.
In tempi lontani
Chi si prendesse la briga di sbirciare vecchie carte del XVI secolo, scoprirebbe che già allora, a Sarnano, era nota una fonte dalle proprietà particolari: l’acqua de “Gnagnà” o di San Giacomo.
Perché si chiamasse così nessuno lo ricordava più e tutti finirono per convincersi che avesse qualcosa a che fare con San Giacomo della Marca, il famoso predicatore. In realtà, accanto a quella fonte nel Trecento si ergeva un ospedale dei pellegrini intitolato a San Giacomo Apostolo, ma la nostra storia non parla di questo.
Qualunque fosse il Santo in questione, le particolarità di quelle acque erano finita nel dimenticatoio e anche quando, alla fine dell’Ottocento un tale dottor Cenni le citò nella sua Topografia medica, la gente continuò a non farci caso.
Terme di Sarnano, dal 1933.
Una storia di popolo, scritta con l’acqua.
In tempi lontani
Chi si prendesse la briga di sbirciare vecchie carte del XVI secolo, scoprirebbe che già allora, a Sarnano, era nota una fonte dalle proprietà particolari: l’acqua de “Gnagnà” o di San Giacomo.
Perché si chiamasse così nessuno lo ricordava più e tutti finirono per convincersi che avesse qualcosa a che fare con San Giacomo della Marca, il famoso predicatore. In realtà, accanto a quella fonte nel Trecento si ergeva un ospedale dei pellegrini intitolato a San Giacomo Apostolo, ma la nostra storia non parla di questo.
Qualunque fosse il Santo in questione, le particolarità di quelle acque erano finita nel dimenticatoio e anche quando, alla fine dell’Ottocento un tale dottor Cenni le citò nella sua Topografia medica, la gente continuò a non farci caso.
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La Fonte de Gnagnà
Caso volle che vicino a loro sgorgasse la sorgente “de Gnagnà”.
Bevi oggi, bevi domani, gli operai del ponte finirono per accorgersi da soli che quelle acque… erano diuretiche.
La voce si sparse in fretta e il Podestà, Delio De Minicis, commissionò uno studio prima all’Università di Camerino e poi a quella di Roma.
Ne emerse che le acque di San Giacomo, per il loro equilibrio ionico e la loro estrema purezza batteriologica, avevano proprietà diuretiche, decongestionanti e lassative.
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La Fonte de Gnagnà
Caso volle che vicino a loro sgorgasse la sorgente “de Gnagnà”.
Bevi oggi, bevi domani, gli operai del ponte finirono per accorgersi da soli che quelle acque… erano diuretiche.
La voce si sparse in fretta e il Podestà, Delio De Minicis, commissionò uno studio prima all’Università di Camerino e poi a quella di Roma.
Ne emerse che le acque di San Giacomo, per il loro equilibrio ionico e la loro estrema purezza batteriologica, avevano proprietà diuretiche, decongestionanti e lassative.
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Ego Sum Salus et Letitia
Così, dopo un primo periodo di mescita gratuita, il Comune di Sarnano e molti cittadini investirono nella costruzione di uno stabilimento termale che aprì le porte al pubblico il 9 luglio 1933, con la consulenza del prof. Silvestro Baglioni.
Per molti anni fu attivo anche l’imbottigliamento dell’acqua di San Giacomo, commercializzata in bottiglie di vetro dall’etichetta iconica.
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Nuove acque
All’acqua di San Giacomo si aggiunsero l’acqua sulfureo-salsa della sorgente Terro e l’acqua bicarbonato-calcica della sorgente Tre Santi, completando l’offerta terapeutica dello stabilimento.
Fiore all’occhiello della comunità sarnanese, per ottantatré anni le Terme di Sarnano hanno accolto centinaia di migliaia di persone tra gli alberi e i giardini del rigoglioso parco al cui centro sorgeva il tempietto della mescita, simbolo dello sviluppo turistico del Comune.
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Un nuovo corso
Nel giro di qualche mese, grazie all’impegno straordinario del Consiglio di Amministrazione, del Comune di Sarnano e di altre istituzioni, il 18 agosto del 2017, le Terme hanno riaperto i battenti in una nuova sede: uno stabilimento moderno, su un colle affacciato sul centro storico, dove sono state convogliate le tre acque curative.
Oggi le Terme di Sarnano dispongono di nuovi ambulatori per la fisioterapia, di un accogliente residence e di una grande Spa: un luogo dedicato alla rigenerazione fisica e mentale, al centro di un territorio ameno e pieno di risorse.